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Nell’estate del 2020, appena usciti dal lockdown, ho fatto una pazzia.
Ho preso la macchina, la valigia, il computer e ho fatto il giro d’Italia per andare a conoscere gli usi locali dei matrimoni nelle varie regioni.

E’ stata un’avventura meravigliosa e ci sono ancora i racconti più divertenti nel mio canale YouTube.

Ma a parte le cose comiche capitate, ho potuto venire in contatto con moltissime realtà diverse e mi sono resa conto che il matrimonio è differente da regione a regione in modo molto più radicato di quanto pensassi.

Conoscete le vere tradizioni “delle nonne” di tutta Italia?
Ve ne posso raccontare alcune…

Emilia Romagna

Il mio tour è partito da questa regione e, più precisamente, da Anzola nell'Emila, vicino a Bologna.
E quindi anche il racconto delle tradizioni deve partire da qui.

Nella zona di Bologna e Modena, fin dalla notte dei tempi, si usa regalare agli invitati i cosiddetti "zuccherini", dei semplici dolci di pastafrolla a forma di anello, spolverati di zucchero a velo.

Secondo la tradizione antica, dovrebbero essere preparati dalle donne "vicine" alla sposa (mamma, sorelle, zie, ecc...) e cotti rigorosamente nel forno a legna.

IMPORTANTISSIMO: non devono MAI essere preparati dalla sposa, perché è di cattivo auspicio per il matrimonio.

Oggi vengono spesso usati come segnaposto oppure vengono offerti insieme alla confettata in grandi cesti di vimini.

Toscana

Dopo l’Emilia, sono passata in Toscana, dove ho scoperto che esiste un Comune dove è possibile sposarsi esattamente come nel Medioevo: rituali, abiti, pietanze… tutto come allora.

Il posto è Suvereto, nell’entroterra, vicino a Livorno.

Ogni anno tre coppie (solo ed esclusivamente tre) mettono in atto il vero matrimonio medievale, valido a tutti gli effetti per la legge italiana.

La sposa arriva in Municipio a cavallo, dove la aspettano lo sposo, gli invitati e ovviamente una gran quantità di pubblico, perché si tratta comunque di un avvenimento con impatto turistico.

Tutti coloro che partecipano al matrimonio devono essere vestiti con abiti originali d’epoca e sulla loro autenticità vigilano la Commissione per la Consulenza dei Costumi e l’Ente di Valorizzazione Territoriale.

Dopo la cerimonia c’è il banchetto nuziale, dove vengono servite pietanze e piatti tipici medievali.

Voi lo fareste?

Verso il centro Italia

Lazio

Molte tradizioni derivano dall’Antica Roma.

A Grottaferrata si usa che il fidanzato, prima della festa del Corpus Domini, depositi dei fiori davanti alla porta della fidanzata: se tra i due innamorati ci sono attriti, il fascio sarà composto da ortiche, malva ed erbacce.

A Gaeta gli sposi possono chiedere che venga rispettata una tradizione medievale: assistere alla cerimonia di nozze sotto un velo sorretto da quattro persone, come simbolo del reciproco pudore che devono conservare durante il matrimonio.

A Vallecorsa, invece, sono più “gastronomici”. Il giovedì prima del matrimonio tutto il vicinato viene coinvolto nella preparazione delle sciambelle, dolci tipici che vengono imbustati e gettati dalle finestre il giorno del matrimonio al passaggio degli sposi.

Umbria

La tradizione più sentita è quella del serraglio.

La sposa si deve recare in cerimonia a piedi e lungo il tragitto si troverà la strada sbarrata da alcuni invitati che tengono una lunga fune tenuta (il serraglio, appunto). Per passare dovrà pagare un pedaggio, lanciando loro confetti e monete.

E’ inoltre tradizione umbra sposarsi il 14 febbraio nella basilica dedicata a S. Valentino.
Questo Santo, infatti, era Vescovo di Terni ed è stato martirizzato perché permetteva agli innamorati cristiani di sposarsi con rito religioso (quando ovviamente questo era vietato).

Marche

Le Marche sono una regione ricchissima di tradizioni legate al matrimonio, ma molte di queste non vengono più praticate perché erano legate principalmente alla vita contadina e oggi sono rimaste bellissime storie da raccontare, ma nulla di più.

Una, però è rimasta. Anche se forse è un po’ cattivella… Si tratta della cosiddetta impajicciata.

Se gli sposi hanno avuto dei fidanzamenti precedenti che poi sono stati rotti prima del matrimonio, gli amici lasciano davanti alla porta di questo “ex” un misto tra fogliame, residui di aglio e paglia (l’impajiacciata) nella sera in cui avrebbero dovuto sposarsi.

Unico riguardo: questo scherzo non viene fatto se l’ex in questione si è nel frattempo sposato.

Puglia e Campania

E’ stato davvero difficile scegliere quali tradizioni e usi locali considerare, perché ce ne sono tantissimi, tutti belli e particolari. Sono due regioni dove la tradizione del matrimonio è molto radicata e molto sentita ancora oggi.

 

In Campania è uso comune festeggiare le promesse di matrimonio.
Il giorno in cui gli sposi vanno in Municipio per le promesse (adempimento burocratico richiesto dalla Legge italiana), viene fatta una grande festa con pranzo o cena e tanto di torta.
La particolarità è che questo festeggiamento ha un colore dedicato: il “verde promessa di matrimonio”.

In Puglia è usanza che il bouquet venga consegnato dalla suocera, direttamente a casa della sposa la mattina delle nozze.
Spesso viene accompagnata anche dal suocero e dai fratelli e sorelle dello sposo.

In entrambe queste regioni, la tradizione più antica e ancora oggi rispettata è quella della serenata.

Lo sposo si presenta sotto la finestra della sposa e intona una o più canzoni, accompagnato da alcuni musicisti.

Ma mica finisce qui, con una cantatina e basta!

Una volta finita la serenata, la sposa scende accompagnata dalla famiglia e si fa tutti insieme un rinfresco, che può durare anche ore.

La Lombardia

Dopo aver girato l’Italia per quasi 60 giorni, alla fine sono tornata in Lombardia.
E anche qui ci sono delle tradizioni molto belle e molto particolari, che non tutti conoscono.

Quella che credo sia meno conosciuta è l’usanza che l’abito da sposa venga regalato dalla suocera.

Non so dire se lo scopo di questa usanza sia cercare di far fare amicizia a suocera e nuora (cosa molto difficile di per sé) o se sia quella di mettere alla prova il matrimonio fin dalle origini.

Ma di fatto in Lombardia e in particolare a Milano, la sposa presenta il conto dell’abito alla suocera.
O, almeno, dovrebbe.
Poi, in realtà, di milanesi doc ne sono rimasti pochissimi e tutti gli altri, giustamente, seguono le proprie tradizioni di origine.

Ormai è noto a tutti, i miei matrimoni sono aperti alla rottura di tutti gli schemi.
Perché secondo me non è giusto rimanere ingabbiati in qualcosa che sentiamo non appartenerci.

Allo stesso tempo, però, è bello conoscere la storia delle proprie tradizioni, capire da dove vengono. Perché magari non fanno per noi, ma sono parte della nostra cultura e delle nostre origini.

Con tutta la libertà di scegliere qualcosa di diverso e di nuovo.
O magari di tradizionale, ma appartenente ad una cultura diversa dalla nostra. Anche questo è possibile.

Voi cosa scegliereste?