C’è un momento, durante ogni cerimonia, in cui il brusio si spegne, gli sguardi si girano e tutti trattengono il fiato. È l’ingresso.
Quel passaggio in cui si apre la porta, parte la musica e la sposa, lo sposo o la coppia intera si mostra a tutti gli invitati.
È una manciata di secondi che resta impressa nella memoria di chi guarda e che spesso viene vissuta con la domanda “Ma come dobbiamo entrare?”.
Spoiler: non “dobbiamo” niente.
L’ingresso in cerimonia non è un rituale da manuale. Rappresenta il modo in cui scegliete di presentarvi davanti alla persona che amate e a tutti coloro che vi stanno accanto in questo giorno.
E può essere fatto in mille modi diversi, ognuno con un suo significato, una sua energia e, soprattutto, un suo stile.
Ecco alcune tipologie di ingresso, tra tradizione, ironia e libertà, che possono ispirarvi a creare il vostro momento unico.
1. L’ingresso classico (ma solo se lo sentite vostro)
È il più riconoscibile: la sposa al braccio del papà o di un familiare, il partner che aspetta all’altare o all’arco, la musica dolce, gli occhi lucidi degli invitati…
Un ingresso emozionante, certo, ma non obbligatorio.
Se lo scegliete, fatelo perché vi rispecchia davvero, non perché “si fa così” (sapete che sono allergica a questa frase).
E potete sempre personalizzarlo: magari con una camminata diversa, con un brano che amate (anche se non è da colonna sonora romantica) o con un gesto tenero, come un abbraccio a metà percorso.
2. L’ingresso in coppia
Entrare insieme è un messaggio potente: “Questa storia la viviamo fianco a fianco, dall’inizio alla fine”.
È perfetto per chi vuole sottolineare l’idea di parità, complicità e squadra. Non serve alcun effetto speciale: basta il vostro passo sincronizzato e uno sguardo d’intesa per riempire lo spazio.
Può essere un ingresso semplice e dolce, oppure ironico e scenografico: potete arrivare camminando, ballando, o persino prendendovi in giro con un piccolo sketch.
Non serve la perfezione, serve autenticità.
3. L’ingresso da soli (sì, potete farlo)
Entrare da soli è un atto di forza, non di solitudine.
È dire: “Sono qui, intero, e sto scegliendo di condividere la mia vita con te”.
È un ingresso che parla di indipendenza e di consapevolezza.
Può essere elegante, deciso, sorridente o commosso… non ha importanza.
Sorprende gli invitati e lascia un’impressione profonda, perché trasmette libertà e fiducia in sé.
4. L’ingresso alternato
E’ una delle soluzioni più suggestive, perché ancora lo fanno pochissime coppie e gli invitati non se lo aspettano.
Uno entra per primo (di solito lo sposo con la mamma), percorre parte del tragitto e si ferma a metà strada.
Il secondo (ipotizziamo che sia la sposa), fa il primo pezzo e poi, quando raggiunge l’altro, saluta il papà che l’ha accompagnata fino a quel punto e prosegue insieme con quello che da lì a poco sarà suo marito.
È un gesto simbolico fortissimo: rappresenta il momento in cui due vite si incontrano, si scelgono e continuano insieme.
Romantico, ma senza essere stucchevole. E funziona in qualsiasi tipo di cerimonia, da quella religiosa a quella più alternativa.
5. L’ingresso con la crew
Ma chi ha detto che dovete per forza entrare da soli o in coppia??
Se avete persone del cuore — amici, fratelli, sorelle, testimoni… — potete decidere di coinvolgerli nel vostro ingresso.
È un modo allegro e affettuoso per celebrare anche le relazioni che vi hanno accompagnati fin lì.
E non serve che sia perfettamente coreografato: l’imperfezione, in certi momenti, è la cosa più vera che ci sia.
6. L’ingresso a sorpresa
Potete arrivare da un lato diverso, comparire dietro gli invitati, sbucare da un portone o persino farvi precedere da qualcuno che rompe il ghiaccio in modo buffo (avete presente i reel dove si vedono le nonne che spargono i petali al posto delle damine? O quelli dei testimoni che offrono la birra agli invitati?).
Se siete una coppia ironica, giocateci.
Se siete più riservati, create un effetto semplice ma d’impatto.
L’obiettivo è quello di rendere il momento davvero vostro e far sì che sia indimenticabile per tutti: per gli ospiti ma soprattutto per voi.
Nel 2022 ho avuto una coppia di sposi che ha fatto un ingresso di questo tipo. Non in cerimonia, ma al rinfresco.
Tutti si aspettavano che i neo-sposi entrassero insieme dalla porta principale. Invece lo sposo è entrato da solo, lasciando tutti di sasso. E la sposa è entrata subito dopo da un’entrata laterale. Entrambi cantando una canzone scelta da loro.
7. L’ingresso… “mescolato”
Perché scegliere, quando potete combinare?
Nessuno dice che tutte queste tipologie di ingressi debbano essere prese così come sono. Si possono anche mischiare tra loro e personalizzare quello che sarà il VOSTRO ingresso, solo e unico.
- Potete entrare da soli e poi farvi raggiungere a metà navata.
- Potete arrivare con la mamma e il papà fin davanti all’ingresso e poi entrare voi due insieme.
- Potete persino creare un piccolo “racconto visivo”, in cui ogni fase rappresenta una parte della vostra storia.
Non c’è una regola, e questo è il bello: potete costruire il vostro ingresso come un mosaico di significati, gesti e sorrisi.
Che sia un ingresso classico, alternativo, solitario o collettivo, l’importante è che vi somigli.
Le etichette lasciatele agli abiti!
L’ingresso è il vostro manifesto di stile e libertà, perché il giorno del matrimonio non è una sfilata da copione: è un palcoscenico di verità e ogni passo, dal primo all’ultimo, dovrebbe avere il suono della vostra personalità.
E se non rientrate in nessuna di queste categorie? Ancora meglio.
Createne una nuova, mischiatele, riscrivetele.
Nessuno può dirvi che non si fa.
Essere rock, dopotutto, significa proprio questo: vivere fuori dagli schemi.
Articolo di Cristina Corazza – Rock Wedding Planner
Per le foto si ringraziano Patrizia Cogliati, Pietro Sorano, Fabio Betelli e Queen Photo

