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Fino a qualche anno fa (parecchi, a dire il vero) in Italia i matrimoni si celebravano prevalentemente in chiesa.
Adesso la situazione si è capovolta: i matrimoni civili sono i più numerosi, soprattutto quelli celebrati direttamente in location.

I motivi sono moltissimi: meno persone religiose, più seconde nozze, meno voglia di sottostare alle ferree regole cattoliche, più desiderio di scenografie spettacolari.
E diciamocelo, anche il fatto che nel rito civile la burocrazia sia più snella, aiuta tanto.

Ma è davvero così? Davvero i tempi sono più stretti e i documenti sono più semplici nel matrimonio civile?

Le pubblicazioni

“Se qualcuno ha qualcosa da dire, parli ora o taccia per sempre”.

Frase di grande effetto che si vede spessissimo nei film.
Di solito accompagnata a sguardi tra il sospetto e il minaccioso degli invitati e spesso seguita da qualche rumore che fa pensare che effettivamente qualche obiezione ci sia.

Sì, ok, tutto bello.
Ma la domanda è: come fa quel “qualcuno” ad avere qualcosa da dire? Come fa a sapere che quel giorno ci sarà quel matrimonio?
Dai, non ci credo che sia un invitato che ha aspettato fino alla cerimonia per dire la sua!
Quindi… da dove arriva l’informazione??

Dalle pubblicazioni.

Infatti, prima delle nozze gli sposi devono fare richiesta di pubblicazioni presso il Comune di residenza di uno dei due.
Devono indicare i loro dati personali (nome, cognome, luogo e data di nascita, ecc…) e dichiarare che non c’è niente che impedisca legalmente il matrimonio.

Lo scopo è portare a conoscenza di tutti la loro volontà di sposarsi. Così se qualcuno avrà qualcosa da dire, potrà farlo.
Anche se sarebbe gradito evitare di esprimersi proprio durante la cerimonia…

La procedura

“Ma se non riusciamo ad essere presenti entrambi in Comune, le pubblicazioni ce le fanno fare lo stesso?”

Sì, tranquilli.
La richiesta può essere fatta anche solo da uno dei due, purché in possesso di delega e copia del documento d’identità dell’assente.

Per fare la richiesta è necessario avere:

  • un documento d’identità valido
  • il certificato contestuale con le informazioni anagrafiche e lo stato civile
  • una marca da bollo da 16 euro (che pagate con bancomat direttamente in Comune, non portate le marche cartacee).
    Ma attenzione! Se gli sposi sono residenti in due Comuni diversi, serviranno due marche da bollo da 16 euro.
    E attenzione! Se risiedono in due Comuni diversi e si sposano in un terzo Comune, allora le marche dovranno essere tre.

Se fin qui non ci sono problemi, l’Ufficiale di Stato Civile rilascia l’atto di pubblicazione, che rimarrà affisso alla porta della Casa Comunale (non è vero, dal 2011 esiste un albo online) per 8 giorni e poi depositato per ulteriori 3 giorni.

Passato questo tempo senza opposizioni… liberi tutti!
Avete 180 giorni (6 mesi) per sposarvi. Se non vi sposate in questo termine, dovere rifare tutta la trafila.

Pensate che sia finita qui?
Naaaaa….

Cosa succede dopo le pubblicazioni?

Pubblicazione fatte, nessuna opposizione… cosa resta?
Fissare la data!

Gli sposi devono prendere un appuntamento in Comune, sempre presso l’Ufficio Anagrafe, per prenotare la data delle nozze.

Se poi vogliono che a sposarli non sia un estraneo ma una persona “vicina”, si può fare purché il celebrante prescelto abbia determinati requisiti.
In questo caso è sufficiente fare richiesta in Comune almeno 30 giorni prima del matrimonio e si viene delegati dal Sindaco.

In realtà questi stessi passaggi ci sono anche nei matrimoni religiosi. Bisogna aggiungere solo il corso prematrimoniale, un paio di certificati dei sacramenti ricevuti e l’ok del parroco.

Ma alla fine la procedura è praticamente la stessa.

In fin dei conti è abbastanza semplice, no?