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Il matrimonio in chiesa si chiama "concordatario" per via di un patto fatto ormai quasi un secolo fa tra Stato Italiano e Chiesa Cattolica.
Permette alla coppia di sposarsi in chiesa con il rito religioso ma avete anche effetti vincolanti per lo Stato italiano.
Quindi si è sposati sia per la Chiesa che per la Legge. Massimo risultato con il minimo sforzo.
Adesso vi spiego esattamente come funziona.

Cos'è il matrimonio concordatario

Il rito concordatario è quello celebrato davanti al prete, al quale la Legge italiana riconosce gli stessi effetti del matrimonio civile.

Questo è possibile in virtù dei Patti Lateranensi del 1929, riformati poi nel 1984 con i cosiddetti Accordi di Villa Madama.
MA!!!
Questo è possibile solo a condizione che il matrimonio segua le stesse regole di Legge per i matrimoni civili e purché sia trascritto nei registri di Stato Civile.

Questo significa che la coppia dovrà fare le stesse pratiche che sono richieste per il matrimonio civile e in più dovrà presentare i documenti richiesti dalla Chiesa cattolica per i requisiti religiosi.

La trafila burocratica

Prima di tutto dovete andare a parlare con il parroco: con lui fisserete la data del matrimonio e sempre lui vi darà tutte le informazioni circa la documentazione da presentare.

La parrocchia “regolare” per il matrimonio è quella di residenza di uno dei due sposi.
Ma ci si può sposare anche in una parrocchia diversa: in quel caso semplicemente le pratiche saranno un po’ più lunghe.

Dovrete poi seguire il corso fidanzati.
Generalmente si segue presso la parrocchia dove ci si sposerà, ma non è un obbligo. Si può seguire anche in un’altra sede e addirittura in un’altra città. L’importante è che otteniate poi il certificato che attesta che l’avete completato regolarmente.
Mi è capitato spesso di coppie originarie del sud che tornavano nella città di origine per il matrimonio, ma, per ragioni di praticità, hanno seguito il corso a Milano. E’ regolare e non comporta problemi di nessun tipo.

Siccome si tratta pur sempre di un matrimonio valido anche per lo Stato, bisogna seguire le stesse regole stabilite dalla Legge.
Quindi è necessario fare richiesta di pubblicazioni in Comune, pagare i bolli e ottenere il certificato di avvenuta pubblicazione, che ha validità di 6 mesi.

Per il matrimonio cattolico è prevista, comunque, la doppia pubblicazione: vanno fatte anche le pubblicazioni ecclesiastiche, ad opera del parroco. Devono essere affisse alle porte della chiesa sia dello sposo che della sposa (se diverse) per 8 giorni consecutivi comprendenti due domeniche.

Una volta completata tutta questa trafila burocratica, potete tranquillamente sposarvi.

La cerimonia religiosa

La cerimonia in chiesa è più complessa di quella in Comune.

Segue il rito cattolico, quindi occorrerà incaricare delle persone per leggere le letture, suonare e cantare, portare i doni all’altare al momento dell’offertorio, ecc… Sarà necessario stampare i libretti della messa e addobbare la chiesa con i fiori.

Tutte queste cose spettano a voi sposi, non vengono fatte dal parroco o da altri addetti. E’ la coppia che si deve attivare per tutto ciò che riguarda la liturgia.
A meno che, chiaramente, abbia una wedding planner.

Per gli effetti civili (quindi affiché il matrimonio sia valido per la Legge italiana), è necessaria la presenza di due testimoni… in totale! Uno per la sposa e uno per lo sposo.
Per gli effetti religiosi per la Chiesa Cattolica, servono quattro testimoni, cioè due per la sposa e due per lo sposo.
Quindi, dato che la cerimonia concordataria è insieme religiosa e civile, vi serviranno in totale quattro testimoni.
Potrete anche averne di più… Ma saranno solo quattro a firmare il registro.

Durante la celebrazione il parroco deve obbligatoriamente dare lettura degli articoli del codice civile riguardanti i diritti e i doveri dei coniugi.

Dopo il matrimonio il parroco compila l’atto di matrimonio in duplice originale, che deve essere sottoscritto dal parroco stesso, dagli sposi e dai testimoni.
L’atto contiene le generalità complete degli sposi, l’indicazione di luogo e data della celebrazione e le generalità del celebrante. E può essere inserita anche la scelta del regime patrimoniale (comunione o separazione dei beni).

Il parroco deve trasmettere una copia di questo atto, entro e non oltre 5 giorni, all’ufficiale di stato civile del comune in cui è avvenuto il matrimonio per la trascrizione nei registri comunali.
Se non venisse trascritto, resterebbe un atto religioso privo di effetti per l’ordinamento italiano.

La cerimonia concordataria è la più tradizionale, ma anche quella che richiede più impegno nella preparazione. E più abilità nella gestione delle varie parti della cerimonia, il giorno stesso del matrimonio.

Per questo motivo le Wedding Planner fanno anche solo il cosiddetto coordinamento, cioè la regia delle giornata. Controllano, in sostanza, che tutto fili liscio.

Questo è importante soprattutto per le cerimonie in chiesa, dove si chiede agli invitati di partecipare attivamente con delle letture o con altri gesti tipici del rito.
Ma gli ospiti potrebbero essere atei, agnostici o appartenere ad altri culti. O semplicemente non essere praticanti e quindi non sapere come muoversi o a chi rivolgersi.
Perciò è essenziale avere una figura di riferimento, che guidi e coordini la cerimonia e permetta alla celebrazione di svolgersi con fluidità.

Se vi raccontassi tutto quello che ho visto in questi anni…