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Ieri sera stavo guardando "Il Padrino - parte I" e ad un certo punto ho notato, nella scena del matrimonio di Michael Corleone, che i confetti venivano distribuiti dagli sposi con dei cucchiai.
E così mi sono resa conto di non avervi mai raccontato del PERCHE' di questi benedetti confetti. Di come nascono e, soprattutto, del perché li abbiamo solo in Italia.
Voi conoscete questa storia?

Come nascono i confetti?

La parola “confetto” deriva dal latino “conficiere“, che significa “confezionare, fabbricare”.
Latino, quindi epoca romana. Infatti, secondo alcune fonti, già nell’Antica Roma si usava celebrare nascite e matrimoni con della frutta secca avvolta nel miele.

Sì, ok, non erano proprio confetti come li intendiamo noi.
Infatti non tutti gli storici concordano su questa origine. Molti li fanno risalire alle popolazioni arabe.

In particolare, si racconta che un un medico di nome Al Razi, per rendere i suoi preparati officinali meno amari, li ricoprisse con un guscio dolce.

In ogni caso, il popolo arabo ha un grosso merito nella creazione dei confetti. Furono i Saraceni, tra Settecento ed Ottocento, a portare in Europa lo zucchero di canna con cui sono prodotti.

Durante il Rinascimento, i confetti venduti dagli speziali (farmacisti dell’epoca), furono talmente apprezzati dai nobili che – pare – alle nozze tra Beatrice d’Este e Ludovico il Moro furono serviti 300 chicchi dorati e confettati.

Quindi vediamo che c’è stato un cambiamento, un salto. Siamo passati dalle farmacie alle nozze. Come è possibile? Perché questa predilezione per i confetti ai matrimoni?

Perché i confetti sono associati al matrimonio?

Perché inizialmente erano un dono che gli invitati facevano agli sposi.

Addirittura, in alcuni luoghi era uso lanciare dei piccoli confetti agli sposi all’uscita dalla chiesa, come augurio di prosperità.

[Io mi sono sempre chiesta se questi “piccoli” confetti abbiano mai colpito in testa qualche sposa…]

Poi, intorno al 1400 d.C., con il diffondersi di questo dolce anche fra i ceti meno abbienti, cambiò l’abitudine di chi li donava: non più gli invitati agli sposi, ma questi ultimi come regalo ai loro ospiti.

Potevano essere donati tramite la bomboniera, cioè il contenitore: un sacchettino o una scatolina.
Oppure la sposa, personalmente, provvedeva a distribuirli durante il ricevimento: li prelevava da un vassoio con un cucchiaio d’argento e li offriva  agli ospiti.

E questa seconda opzione è quella che si vede ne “Il Padrino”, come dicevo all’inizio.

Il valore simbolico

Cominciamo col dire che il confetto originale, così come è stato pensato e creato all’inizio, è quello alla mandorla.

E proprio qui sta il primo simbolo: questo frutto secco, la mandorla.

Infatti, la mandorla ha una forma simile all’ogiva (una sorta di arco appuntito, a sesto acuto, come quello delle chiese gotiche) in cui sono storicamente rappresentati il Cristo e la Vergine.

La mandorla è considerata, quindi, icona e simbolo di verginità. Nulla di più appropriato per le feste nuziali.

I confetti, inoltre, devono sempre essere regalati in numero dispari e, in particolare, nel numero di cinque. Perché rappresentano le cinque qualità fondamentali del buon matrimonio: salute, ricchezza, felicità, lunga vita e fertilità.

A questo va aggiunto che il numero cinque è indivisibile: un ulteriore valore simbolico dei confetti.

Ma oggi è ancora così?
Tutta questa simbolicità e tradizione vale ancora?

Le ultime tendenze

Negli ultimi decenni è cambiata un po’ la tendenza.

  • Negli Anni Novanta le bomboniere hanno iniziato a non essere più considerate semplicemente come il sacchettino di confetti regalato agli ospiti.Sono diventate dei veri e propri regali fatti agli invitati, un ringraziamento da parte degli sposi per essere stati presenti al matrimonio e aver festeggiato con loro.
    Viene sempre abbinato il sacchettino di confetti, ma questo passa in secondo piano.I confetti rimangono nel cosiddetto “tavolo della confettata” o “white table“: uno spazio dedicato solo ai confetti, che non sono più esclusivamente alla mandorla ma anche al cioccolato (al latte, fondente, bianco…).
  • Con l’inizio degli Anni Duemila i gusti di confetti si moltiplicano: dai più “banali” come pistacchio, limone e banana, fino ai più improbabili come babà, sfogliatella, tiramisù, champagne, ecc…Il tavolo della confettata diventa sempre più grande e spesso vengono messe a disposizione delle scatoline, affinché gli invitati possano confezionarsi da sé alcuni tra i gusti preferiti, da portare poi a casa.
  • Recentemente, negli ultimi anni, la gente ha iniziato a stufarsi un po’ dei confetti.Se gli sposi ne sono golosi, il tavolo della confettata viene comunque presentato ricco e variegato.
    Se invece gli sposi non li amano particolarmente, ne propongono qualche gusto, ma in modo molto limitato.

Ultimamente sta prendendo piede un nuovo trend che io personalmente approvo tantissimo: la caramellata.

Al posto del tavolo dei confetti, un tavolo con dei vasi di caramelle gommose di vari tipi.
Spesso rimangono comunque alcune varietà di confetti, ma generalmente limitate a due o tre gusti.

Cosa ne pensate? E’ una soluzione che vi soddisfa? Voi come fareste o come avete fatto al vostro matrimonio?